
Ogni tanto tra gli scaffali di vecchie librerie dove l’odore dei libri permane in atmosfere di misteri sapienziali, oltre che commerciali, spunta il dorso giallo di un libro di questa splendida collanina Labirinti de La Vita Felice, dedicata alla poesia orientale. Quando la trovo colgo quel giallo come un dono di viaggio non solo letterario. Ogni testo ha una cura eccellente. È introdotto con esatta e esaustiva contestualizzazione storica e critica. Porge a chi legge le necessarie aperture e i viatici imprescindibili. Anche in questa opera, per questo autore vissuto dal 1758 al 1931, vissuto per trenta anni in un piccolo eremo tra le montagne, meditando, giocando con i bambini, scrivendo. È conosciuto come il Budda del Giappone.
Il verso incide il bianco della pagina con energia esatta condensando anni di profondità esistenziale libera dal mondo e vissuta nel mondo, verbalizzata in un canto di bellezza, nitore e insegnamento.
A tarda notte, prendo in fretta l’inchiostro
e col volto allegro di sakè, faccio scorrere il pennello.
Voglio uguagliare il profumo dei fiori di pruno;
sono vecchio, ma non voglio essere inferiore a loro.
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