Una RUBRICA in collaborazione – da estendere ad libitum – tra “La poesia e lo spirito” e “Cartavetro”, per riportare al centro il pensiero e il canto per la pace in un momento storico fragile e violento: connessioni e tracciati autobiografici in direzione della pace; “cinque righe cinque”, con gratitudine per chi ha dedicato la vita a contrastare la distruzione e la decadenza, la separazione, il consumismo, la guerra, lasciandoci motivazioni per un modo nuovo di relazionarsi con l’altro. Un’iniziativa aperta a tutti, per scoprire nessi nascosti, desideri e speranze convergenti, per riconoscere, come scriveva Calvino, “chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Ipazia d’Alessandria (355-415)

Ipazia d’Alessandria (355-415) insegna nella scuola del padre Teone e, pur non essendo cristiana, accoglie e guida studenti cristiani nella filosofia, matematica ed astronomia. Invisa al vescovo Cirillo che la considerava seguace di Porfirio e delle sue tesi contro il cristianesimo, viene perseguitata e uccisa. La sua libertà di pensiero, l’apertura al pluralismo delle fedi, al comune approfondimento di temi esistenziali e scientifici risultano troppo audaci per il suo tempo.

Nella Roveri

RUBRICA IN CONDIVISIONE CON LA RIVISTA “LA POESIA E LO SPIRITO“

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