Floriana Coppola

(1961) scrittrice e poeta napoletana, docente di Lettere negli istituti statali superiori, specializzata in Analisi Transazionale e in Psicologia Esistenziale, perfezionata in Didattica e Cultura di genere e in Scrittura autobiografica. Collabora con varie riviste letterarie on line. I suoi testi, poesie e racconti, sono presenti in qualificate antologie nazionali e internazionali.  Ha pubblicato: nel 2005 la silloge poetica Il trono dei Mirti, ed. Melagrana onlus editore; nel 2012 la silloge poetica. Sono nata donna, Boopen Led/Photocity; nel 2012 il romanzo Vico Ultimo della Sorgente ed. Homo Scrivens, sempre nel 2012 la silloge poetica Mancina nello sguardo ed. La Vita Felice; nel 2014 il romanzo Donna Creola e gli angeli del cortile, ed. La Vita Felice; nel 2016 l’antologia di racconti, poesie e monologhi Femminile singolare Homo Scrivens; nel 2017 la silloge di poesie Cambio di stagione e altre mutazioni poetiche, ed. Oedipus.; nel 2019 la silloge. La faglia del fuoco, con incisioni di Aniello Scotto, ed. Il Laboratorio; sempre nel 2019 il romanzo Aula voliera, ed. Oedipus; nel 2020 ha coordinato il workshop e curato gli Atti del convegno di studi su Beatrice Hastings, in cui è presente anche un suo contributo, ed. Le Cicale Operose; nel 2020 ha partecipato con un suo contributo al saggio su Claudia Ruggeri, a cura di Anna Maria Farabbi, ed. Terra di Ulivi; nel 2021 pubblica la silloge di prosa poetica. La vertigine del taglio, ed. Terra di ulivi; nel 2022 pubblica il suo quarto romanzo. La bambina, il carro e la stella, ed. Terra di ulivi.

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ASCOLTARE IL SILENZIO

Femminismo SocietĂ 

ASCOLTARE IL SILENZIO

A volte i webinar sono un motore incredibile di ricerca sociale e di sollecitazione etica e politica. Così è stato per l’incontro online svoltosi il 3/11/2023, a cura del Laboratorio Re-in-surrezione (di cui fanno parte l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, Donne per la Chiesa, agenzia Adista e altre singole interessate al tema), incontro dedicato alle religiose della Comunità Loyola abusate da Marko Rupnik. L’obiettivo è stato quello di rompere il muro di silenzio sugli abusi, ascoltare con attenzione, condividere, dare valore, fiducia, credibilità, risonanza all’esporsi delle vittime di abusi negli ambienti religiosi, animati/e dalla Ruah, una chiamata, una vocazione alla verità e alla giustizia. Clelia Degli Esposti, coordinatrice del Laboratorio Re-insurrezione ha sottolineato lo sconforto e l’indignazione delle donne abusate e la possibile richiesta di giustizia e di veder fatta verità su questa storia. Ma tutte le relatrici hanno registrato un silenzio da parte delle istituzioni, un silenzio che sconcerta, un silenzio che apre al ricatto, una forma di ulteriore abuso delle autorità che cercano di non fare luce sul problema e sul processo in corso. Gli abusi del predatore Rupnik e le coperture da parte della gerarchia ecclesiastica sono state ampiamente raccontate dalla stampa. Ma che ne è delle vittime? Che ne è della comunità delle religiose? Che ne è di queste vite spezzate e del loro futuro? L’evento, oltre che denunciare l’esistente, ha tentato di riflettere su queste domande, per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti della tragedia delle numerose vittime, ridotte al silenzio, nella istituzione ecclesiastica e nei movimenti carismatici. Bisogna dare parola al grido afono contro gli abusi del sacerdote. Le religiose abusate hanno subito un’offesa inguaribile. La sofferenza delle vittime è stata esposta come una cicatrice aperta, sono state circuite in nome di Cristo, hanno esposto il loro dolore, denunciato la manipolazione e gli abusi, le ferite profonde della loro dignità di persone. Un grido assordante che le istituzioni ecclesiastiche non hanno ascoltato. Rupnik prima espulso dall’ordine dei Gesuiti è stato poi accolto dal vescovo di Capodistria, la scomunica è stata revocata e può di nuovo amministrare i sacramenti e continuare ogni esercizio. Un’operazione di protezione ingiustificabile, che fa urlare. Ma il 27 ottobre il pontefice toglie la prescrizione e restituisce la speranza che Rupnik possa essere processato. Bisogna chiedere giustizia e riparazione per le vittime, denunciare e stare all’erta, indagare con precisione i fatti. La complessità dell’abuso colpisce drammaticamente varie dimensioni: sociale, psicologica, giuridica, culturale e antropologica. Complessità che va focalizzata per capire le responsabilità originarie del problema. Dinamiche oscurate e celate dalla stessa istituzione ecclesiastica.   

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