UNA BIBLIOTECA PER NON LETTORI

Antonella Agnoli, LA CASA DI TUTTI. CITTĂ€ E BIBLIOTECHE

Laterza (2023)

A Roby, mia prima lettrice

Ho scelto di prendere in esame un libro che parla di biblioteche in modo innovativo, in cui diverse discipline (urbanistica, sociologia, psicologia, etc.) vengono messe a servizio di una nuova filosofia delle biblioteche.

Si è soliti identificare le biblioteche come luoghi a cui si rivolgono gli appassionati di libri e di lettura, ma Antonella Agnoli ci sorprende rovesciando questo assunto: se vuole avere un futuro “la biblioteca (deve) essere un luogo e un servizio che si rivolge ai non lettori ancora prima che ai lettori” (p.79), “un posto dove ti senti accolto, protetto, dove ti senti come a casa a volte meglio che a casa. Uno spazio pubblico sorprendente capace di suscitare meraviglia e stimolare l’immaginazione e la creatività” (p.80). BOOM!

La biblioteca italiana si porta dietro sin nel nome un’idea ottocentesca, statica della cultura come di un luogo dedito principalmente alla conservazione (“teca dei libri”).

Ma oggi le biblioteche pubbliche, in particolare quelle di ente locale, sono qualcosa di completamente diverso: sono soprattutto luoghi di circolazione e di promozione della cultura intesa nel senso piĂą ampio del termine.

Ecco perché Antonella Agnoli ci invita a porre al centro dell’attenzione i non lettori: il servizio di biblioteca deve presentarsi in una veste tale da attrarre anche chi non è particolarmente interessato ai libri e soprattutto deve proporre attività e servizi che siano in grado di intercettare i bisogni della comunità in cui la biblioteca si colloca: “modellandosi sui bisogni, sulle risorse e sulle aspettative di quella specifica comunità, tenendo conto della collocazione geografica e densità urbana, in continuo dialogo con i cittadini” (p.90).

Una chiave di lettura ce la dà Giovanni Solimine: “Sono cambiati i nostri riferimenti informativi, formativi e culturali, in particolare quelli delle generazioni più giovani: la parola scritta, la lettura, i libri, e i luoghi che li identificano stanno uscendo dal loro orizzonte di vita” (p. 108).

Come dev’essere una biblioteca in grado di attivare l’interesse e la presenza dei non lettori? Uno spazio di ascolto e di empatia, un luogo “attivo, accogliente, meticcio” (p. 115).

La biblioteca deve cambiare, deve concentrarsi meno sui libri e più sulla dimensione sociale, sulla gradevolezza dello spazio, dell’accoglienza, dell’atmosfera.

Si deve puntare di più sull’integrazione e sulla polifunzionalità degli spazi e degli arredi, sulla possibilità di accogliere nello stesso luogo funzioni e attività differenti, ci deve essere un rapporto bilanciato tra collezioni, studio e attività.

Italo Calvino nelle sue Lezioni americane indica le sei parole chiave per il nostro Millennio. In questo libro Antonella Agnoli declina alcune parole chiave per le biblioteche del futuro: i suoi Memos for the new libraries

  1. Fiducia

Le biblioteche pubbliche possono generare “buona volontà, simpatia, affiatamento e rapporti sociali positivi tra i cittadini”, “possono migliorare la qualità della vita delle persone” (p.12).

Fiducia significa accoglienza: lavoriamo per creare istituzioni in ascolto (al servizio) dei cittadini e aperte al dialogo. Biblioteche come porte aperte verso la cittĂ  e le idee che vi gravitano intorno.

  • Uguaglianza

Biblioteche come cerniera tra istituzioni educative e culturali diverse: occorre attivare una stretta collaborazione tra scuole, biblioteche, teatri, cinema, cittadini attivi, associazioni di volontariato.

  • Energia sociale

L’energia sociale è quella cosa che fa rinascere la cultura dal basso. Ce l’hanno i giovani, le associazioni, i gruppi di volontariato.

  • Legami leggeri

La biblioteca è un luogo fondamentale per i legami leggeri che crea: legami di conoscenza e legami di solidarietà che sono fondamentali nel momento del bisogno. Questi legami leggeri consentono l’accesso a risorse sociali migliori di quelle di partenza.

Le biblioteche offrono un duplice aspetto di libertà: l’anonimato che garantiscono e la possibilità di incontrare altre persone al di fuori dallo spazio controllato e gerarchico del posto di lavoro.

La biblioteca deve diventare un luogo di socializzazione e non soltanto o semplicemente di studio/lettura individuale.

  • Spazi condivisi

Il futuro delle società democratiche sono gli spazi condivisi: piazze, biblioteche, scuole, parchi. Luoghi dove l’esperienza umana viene condivisa. Una volta il mutuo aiuto tra vicini era normale, adesso non più. Prevale l’isolamento, il solipsismo. La biblioteca può agire su tutti questi piani: localizzazione, socializzazione, inclusione, diversificazione, coordinamento e può offrire innumerevoli attività: presentazioni di libri, letture collettive, serate di cinema, lezioni di storia, eventi musicali, spettacoli per bambini, corsi di vario genere (fumetti, scacchi, giochi da tavolo, ecc.).

  • Cuore della comunitĂ 

“Possiamo (dobbiamo) reinventare le biblioteche come cuore della comunità” (p.90) La biblioteca è fantastica quando puoi andarci in qualsiasi momento e sta succedendo sempre qualcosa: i luoghi determinano in gran parte il modo in cui le persone interagiscono tra loro.

La biblioteca può diventare il punto di riferimento per un discorso sulla città: i luoghi funzionano se c’è un mix di attività diverse. La biblioteca deve essere parte di ciò che l’Amministrazione deve garantire gratuitamente ai propri cittadini, deve essere un servizio rivolto anche ai cittadini più deboli. Una biblioteca ben gestita ospita persone lontane per età, condizione sociale, comportamenti e costumi, che condividono spazi comuni senza respingersi.

La biblioteca è un servizio che contribuisce al benessere delle persone, che mette in connessione persone “capaci di avviare un processo positivo di crescita culturale e civile” (p.90)

“Trasformiamo le biblioteche in cantieri culturali dove ci si diverte, si impara, si lavora per il futuro. Dove si sta meglio che a casa” (p. 134).

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