
La nota di Stefano Garzonio introduce quest’opera, porgendo al lettore i necessari e accurati strumenti. Sappiamo quanto Giovanni Giudici abbia esteso la sua scrittura e la sua qualitĂ intellettuale in infinite diramazioni oltre la poesia. Cronista prima presso l’UmanitĂ di Roma, diviene giornalista professionista passando poi alla redazione di Milano. Collaborò a vari giornali, di sinistra e non, come l’Espresso, l’UnitĂ , Il Secolo XIX, Il Tirreno e Corriere della Sera e riviste come Rinascita, La Fiera Letteraria, ComunitĂ , Quaderni piacentini, Questo e altro e Linea d’ombra. Tra i suoi impieghi basta ricordare che entrò nella costellazione luminosa di Olivetti, condividendo l’ufficio con Franco Fortini.
La traduzione è sempre una grande palestra per i poeti, un viaggio dentro l’opera altrui, arricchendo la propria lingua e la propria ricerca artistica. Qui troviamo autori come: Peter Viereck, Robert Lowell, Hart Crane, David Ignatow, Bob Dylan, Vladimìr Mikeš, Marie Leskovjanova, Vladimìr Janovic, Vìtězslav Nezval, Frantisěek Halas, Jirì Kolà ř, Ivan Blatny, Aleksandr Sergeevič Puškin, Jan Zahradnicek, fino a al-Ballanūbī.
La pubblicazione ha onorato nel modo migliore il centenario della nascita di Giudici.
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