Clelia Degli Esposti

Vivo in un piccolo paese sotto gli argini del Po dove sono nata e dove giorno per giorno costruisco il mio giardino, fra piante ed animali, per me luogo poetico e di senso del vivere, fatto di paziente attesa, rispetto e gioia per ciò che restituisce. Ho militato a lungo nella sinistra con incarichi amministrativi finché il femminismo, incontrato con amiche che ancora frequento e considero ormai “storiche”, ha cambiato la mia lente sul mondo, allontanandomi dalla politica delle istituzioni. Le associazioni femminili sono state la linfa e l’impegno costante che ha accompagnato il mio quotidiano, dalla Sororità di Mantova all’Osservatorio sulle violenze contro le donne del quale sono tutt’oggi socia attiva. E non può mancare nel novero la mia appartenenza alle Donne degli Horti, associazione di amiche che non ha bisogno per esistere di tessere e statuto, se non quello di avere la passione del coltivare, della cura e del libero pensiero.

“IL RACCONTO DI UN MURO”, AUTOBIOGRAFIA DI UN PRIGIONIERO NELLE CARCERI DI ISRAELE

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“IL RACCONTO DI UN MURO”, AUTOBIOGRAFIA DI UN PRIGIONIERO NELLE CARCERI DI ISRAELE

Per una serie di fortunate coincidenze e grazie a preziose relazioni femminili, sabato 15 novembre il gruppo “Cittadine e cittadini per la Palestina, di cui faccio parte, sorto in alcuni piccoli paesi dell’Alto Polesine, ha potuto presentato il libro di Nasser Abu Srour Il racconto di un muro con la presenza della traduttrice, Elisabetta Bartuli.

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