Bella e Duncan

La storia

Londra, età fanta-vittoriana. Creata dal chirurgo Godwin Baxter con il cervello del suo feto in grembo, la suicida Victoria rivive col nome di Bella. Bizzosa e irrequieta, viene affidata allo studente di anatomia Max ma quando scopre il piacere e il desiderio di libertà, fugge con il sessuomane avvocato Duncan in giro per il mondo, facendo esperienza della vita e degli altri, accostandosi alla lettura e alla filosofia grazie all’incontro con Marta e Harry, una strana coppia di viaggiatori. Rimasta senza soldi per generosità verso i poveri e abbandonata da Duncan che l’ha derubata, inizia a fare la prostituta a Parigi, dove l’amica Toinette la introduce al socialismo completando la sua “formazione” umana e ideologica. Quando sa che Godwin sta morendo, torna da lui a Londra, dove il perfido Duncan la riconsegna al tirannico e autoritario marito che l’aveva spinta al suicidio. Ma Victoria è ormai Bella e saprà uscire dall’ultima gabbia che un uomo ha predisposto ancora per lei, scegliendo una vita libera con Max e gli amici.

Bella in viaggio

Un femminismo gotico

Tratto da un pluripremiato romanzo scozzese di Alasdair Gray, l’ultimo film del folle e discontinuo Lanthimos trova la strada giusta per conciliare fantasy, umorismo e spessore filosofico. Fiammeggiante sul piano visivo, con un formidabile décor di abiti, arredi e architetture, inventivo nell’alternanza cromatica e nei piani grammaticali fatti di grandangoli fish-eye e angolazioni ardite, è un’opera che guarda alla condizione femminile di ieri e di oggi, e nella quale la donna fa esperienza del mondo attraversandone la crudeltà maschile, le ingiustizie e la forza anarchica e libertaria del piacere. Bella rinasce dal suo destino mortale di oggetto grazie a una scienza follemente creativa (e vittima dei padri) che trapianta cervelli: è una “povera creatura”, all’inizio poco più di una bambola, ma in grado di emanciparsi e vincere la sua battaglia in un mondo insensato.

Godwin

Tra Frankenstein e il “conte philosophique”

Se altre volte il fantasioso cerebralismo di Lanthymos era apparso come un fiore adulto senza gambo, stavolta l’origine letteraria offre sostanza non solo visiva, ma anche filosofica e civile. Se il personaggio di Godwin Baxter incarna anche fisicamente il Frankenstein di Mary Shelley con il suo porsi vittima della scienza paterna ma a sua volta padre della povera creatura generata dalla morte, Bella attraversa, come Candide di Voltaire, le umane esperienze di mezzo mondo, scende nell’inferno della prostituzione senza scalfirsi e torna matura e consapevole al luogo di partenza. Forse non a caso, il suo percorso di conoscenza finisce in un giardino insieme agli amici amatissimi, come Candide concludeva i suoi viaggi tra le terre di Costantinopoli, convinto che il faut cultiver notre jardin se vogliamo dare un senso alla nostra vita. E se il romanzo forniva un esempio mirabile di conte philosophique in cui affettività e sentimenti appaiono congelati come in un mondo di marionette, anche Povere creature! sceglie il versante antipsicologico facendo di Bella una marionetta la cui batteria sembra non trovare ostacoli fino al raggiungimento del giardino inglese.  Barocco e colorato, là sta il suo futuro di donna. E forse anche il futuro di un regista che ha trovato la quadra tra visionarietà e visione del mondo. 

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  1. Avatar marilisa cavalletti
    marilisa cavalletti

    Film che ho goduto sequenza dopo sequenza, assorbendo energia e libertà dalla protagonista, cui Emma Stone conferisce vita e credibilità.
    Bella la recensione che offre tanti spunti di lettura.

    1. Avatar Carlo Guerrini
      Carlo Guerrini

      Grazie Marilisa.

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