Carlo Guerrini

(Perugia, 1959) ha insegnato Lettere nella scuola superiore e pubblicato i libri di poesia La primavera di Edipo (1977), La luna del fanciullo (U1980) e Sotto invariate stelle (2014). Nel 1995 ha ottenuto il Premio Montale per la silloge inedita Chiaro labirinto il mondo, pubblicata l’anno successivo dall’editore Scheiwiller. Del 2008 è Ritratti di signora – Immagini del femminile nel cinema del nuovo millennio, mentre nel 2017 è uscito Lo sguardo liberato. Donne nel cinema del terzo millennio (Aguaplano).

DIARIO DI UN FAINÉANT

Libri Poesia

RITMI CLASSICI E MODERNA COMPLESSITĂ€ IN MECCANICHE DI LONTANANZA DI Donato Loscalzo

Poesia

L'ALTARE DEI MORTI DI Elsa De' Giorgi

Libri Poesia

LA ZONA D'INTERESSE DI Jonathan Glazer

Cinema

TRA MARY SHELLEY E VOLTAIRE. POVERE CREATURE! DI Yorgos Lanthimos

Cinema

DAL CIELO DI BERLINO A QUELLO DI TOKYO. “PERFECT DAYS” DI Wim Wenders

Cinema

Sandro Penna TORNA A PERUGIA

Arte Cultura Poesia

FORSE, C'E' ANCORA DOMANI

Cinema

L'ADOLESCENZA NEGATA

Cinema

MOLTO PASSATO NEL “SOL DELL'AVVENIRE” DI Nanni Moretti

Cinema

PER UN CINEMA PACIFISTA. Joyeux Noël - Una verità dimenticata dalla storia

Cinema Zoom

Bianciardi, UN ANARCHICO BUONO PER IL CINEMA

Cinema Letterature

DIARIO DI UN FAINÉANT

Enrico Cerquiglini, fondatore del premio Sandro Penna e poeta rigoroso, licenzia alle stampe questo poemetto a lungo meditato e pubblicato in semiclandestinitĂ  in 50 copie, quasi alla maniera di Roberto Roversi. Preceduto in esergo dalla bellissima Disdetta di Giorgio Caproni, a testimoniare forse una cocente comprensione del mondo al termine del viaggio, il cui principio “è senza un dove e/ un quando”, l'intimo memoriale si presenta come un magmatico resoconto a cavallo di millennio, ricco di tutte le orrende trasformazioni sociali e politiche: dalla scomparsa della cultura contadina alla industrializzazione dei veleni; dai “ragazzini implumi, sbandati,/ lasciati indietro da ogni branco” alle “arroccate giovani generazioni/ con gli stessi occhi iniettati di sangue dei padri,/ degli avi,/ con in piĂą la strafottenza/ di chi ha sempre mangiato/ a sazietĂ ,/ ha sempre avuto prima di desiderare”; dai fascistelli anni Settanta al “riapparso/ fascio littorio/... laddove tutto il dì si merca”. In tale contesto il Potere, con la sua veritĂ  che non conosce male e bene, si insinua e sopravvive ovunque, trasversale alle classi e al tramonto delle idee, irrobustito da mediazioni e compromessi, da servi e manichini mediatici. Nel costruire questo personale Salò Cerquiglini ricorre a volte all'enumerazione di tutto ciò che è deiezione del mondo italico e non solo, riecheggiando Dante e Pasolini ma guardando anche all'ironia lessicale se non al sarcasmo pariniani del Giorno. L'esito, forte e originale, è un flusso tra storia e coscienza reso in un linguaggio scintillante. 

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