L’intensità espressiva calibrata da una capacità feroce di controllo. Una tensione furente che non si coagula ma riesce a modularsi, precisarsi, pungere, nel canto. Le radici sono presenti, perfino quelle linguistiche. Verso terragno e al tempo stesso officina del pensiero. L’io si sconosce, si squarcia per conoscersi, per abbeverare la sete congenita che nessuna pioggia colma.
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