Il cuore della civetta, Di Felice Edizioni, 2023, è forse il romanzo piĂą ambizioso di Roberto Michilli per tessitura narrativa, complessitĂ  e molteplicitĂ  dei piani di lettura, diversitĂ  dei registri. Dentro il mondo che l’Autore ha costruito libro dopo libro, fino a portarlo alla sua piena definizione, espresso da una misura di scrittura che rende naturale il linguaggio scelto, si compone mano a mano il disegno degli accadimenti, emerge la trama sottostante di sentimenti, amicizie, amori, invidie, sogni, rimpianti, slanci, fughe e miserie che innerva la scansione di quel canto corale che chiamiamo vita. Il racconto, che vede al centro Andrea Morelli, un ragazzo di 17 anni, inizia nel maggio del 1966 e si conclude nel maggio del 1968. Sul finire dell’anno scolastico, quando sta per aprirsi lo spazio grande delle lunghe giornate di vacanza, il protagonista si interroga su questo tempo nuovo in cui i giochi, le guerre tra bande e le scorribande nei campi appaiono cose lontane, consegnate ad una fase ormai superata. La prospettiva di lunghe ore da passare tra bar, chiacchiere e biliardo, genera un’inquietudine che lo porta a fare una scelta che cambia completamente tutto: cercarsi un lavoro. Ottenuto il consenso dei genitori, il ragazzo, grazie agli zii che gestiscono una piccola trattoria, La Merla, dove da qualche mese pranzano regolarmente alcuni romani che hanno rilevato un’azienda fallita, situata poco lontano dal paese, dopo un rapido colloquio tra i tavoli del locale, viene invitato a presentarsi, dopo la scuola, in fabbrica per iniziare a lavorare. Andrea viene così proiettato in un mondo altro, quello adulto, del lavoro e delle responsabilitĂ . Dal magazzino, grazie alle sue competenze in ragioneria, Andrea passerĂ  presto a tenere la contabilitĂ  dell’azienda che produce abiti femminili e indumenti da lavoro e, di lì a breve, anche vestiario per l’esercito. Ciò gli consentirĂ  di osservare da vicino la sala macchine dell’azienda, vedere le strategie prendere forma, tradursi in scelte e verificarne la ricaduta sui conti e, in ultima analisi, sulla tenuta stessa dell’impresa.  Le scelte di Vittorio – finalizzate a far assumere alla sua azienda un ruolo positivo nei confronti della comunitĂ  – che lo porteranno a finanziare con generositĂ  il restauro di una preziosa statua della Madonna con GesĂą Bambino in braccio, la ricostituzione della banda musicale e la squadra di pallacanestro, daranno anche un nuovo ruolo ad Andrea nei rapporti con il paese e con i suoi amici.  Il rito quotidiano del pranzo nella trattoria degli zii con Vittorio Belfiore, l’amministratore unico della Confer S.p.a., il fratello Massimo, responsabile della produzione, Raimondo, che si occupa di modelli e taglio, Franco, responsabile del personale e con Alberto, socio e amico di Vittorio, gli permetterĂ  di approfondire i rapporti con loro e con le rispettive visioni del lavoro e del mondo. Grazie a Vittorio conoscerĂ  Sandra, la moglie di Massimo che avrĂ  un ruolo molto importante nella sua vita, i figli Guido e Laura di cui diventerĂ  amico. Ernesto Del Toro, discendente della famiglia piĂą in vista del paese, che ha dilapidato al gioco gran parte del patrimonio, la moglie Giuliana e i figli Guido e Laura costituiscono l’altro polo narrativo, le cui vicende si intrecceranno, in misura e intensitĂ  diverse, con Andrea e Vittorio. Così come si intesseranno fra loro i fili che collegano la guerra, in particolare la campagna di Russia, le scelte compiute dopo l’otto settembre 1943 e la lunga permanenza di Vittorio in Venezuela e in Argentina.

L’ufficio di Andrea, uno dei luoghi nodali della storia, sarĂ  teatro di rivelazioni, scoperte, sogni e autentiche svolte nel percorso di maturazione che si svolgerĂ  dentro il flusso delle vicissitudini e delle relazioni che si comporranno e scomporranno seguendo i faticosi e, a volte impetuosi, itinerari delle scelte dei personaggi. Gli avvenimenti internazionali, la politica, gli eventi sportivi, i fatti di cronaca entrano nelle giornate e nelle vite dei personaggi a volte come una sorta di controcanto dai toni bassi, a volte, invece, con l’irruenza di episodi che segneranno la storia, come l’alluvione di Firenze, l’introduzione dell’ora legale, il primo trapianto di cuore, l’assassinio del presidente americano John Fitzgerald Kennedy, la guerra del Vietnam, il terremoto del Belice, il festival di Sanremo, le lotte degli studenti. L’Autore rende con mano felice il dispiegarsi del dialogo, tra il piccolo universo del protagonista – composto dal paese, dalla scuola, dalla fabbrica – e il mondo grande che si affaccia dai teleschermi della televisione e dai giornali. Gli echi e i rimbombi delle trasformazioni della societĂ , dalle canzoni ai capi di abbigliamento, dalla pubblicitĂ  agli elettrodomestici, dal successo di Novella 2000 alla vendita dei biglietti della Lotteria Italia, accompagnano Andrea nel suo cammino di crescita e di conquista di nuove consapevolezze. I cambiamenti, le irrequietezze, i turbamenti di Andrea scandiscono un percorso parallelo a quello della fabbrica, creando anche qui un dialogo fra diversi versanti narrativi che è una delle caratteristiche del romanzo e, piĂą in generale, della scrittura di Roberto Michilli. L’aggiudicazione della gara per la fornitura delle divise per l’esercito sembra poter dare all’azienda una svolta positiva, assicurando finalmente una soliditĂ  finanziaria su cui ancorare prospettive di sviluppo e di futuro. La superficialitĂ  e la leggerezza nei controlli delle stoffe causerĂ  un vero e proprio terremoto, le cui conseguenze segneranno il destino dell’impresa e dei personaggi. Il cuore della civetta è un romanzo di formazione che tiene insieme, dentro un torno di tempo che vede emergere grandi processi di mutazione sociale, culturale e politica i fili della storia e delle storie dei personaggi, dando vita a un grande racconto del nostro passato prossimo, visto da un paese della provincia italiana e dagli occhi di un adolescente che dovrĂ  affrontare precocemente molte sfide. Si dice, a ragione, che ogni libro, ogni buon libro, è particolare e ognuno lo è in modo diverso dall’altro. La caratteristica, o meglio i profili, che lo definiscono sono, in fondo, le ragioni per cui lo leggiamo e, a lettura conclusa, ci accorgiamo che una parte, piccola o grande, è entrata a far parte del nostro bagaglio di vita e di esperienze. Sottolineo quest’ultima parola – esperienza – perchĂ© leggere è vivere un’esperienza nel senso etimologico del termine, sperimentare, mettere alla prova. E leggere significa mettere alla prova, letteralmente, non solo il libro ma anche se stessi. Leggere Il cuore della civetta è stata davvero una bella esperienza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *