Leandro Di Donato

Leandro Di Donato vive a Nereto, in provincia di Teramo.

Ha pubblicato le raccolte di poesia Parole dei miei giorni, Edizioni Pan Arte, Firenze, 1978, Le strade bianche, Edizioni del Leone, Venezia, 2006 e Il corpo del vento, Di Felice Edizioni, Martinsicuro (TE), 2021. È presente nelle antologie Voci nuove del parnaso abruzzese, Edizioni dell’Urbe, Roma, 1987, 4 Poeti abruzzesi, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza, 2004 e L’orma lieve, Edizioni Le Voci della Luna, Sasso Marconi (BO), 2011.

Nel 2012 ha partecipato con un suo scritto al volume collettivo L’odore della stampa – Il respiro dei libri, edito dall’Editrice Marte di Martinsicuro (TE).

Nota biobliografiaca di Leandro Di Donato

OLTRE IL PUNTO CIECO

Zoom

GIACOBINI, FRANCESI E INSORGENTI TRA MARCHE E ABRUZZO (1796-1799)

Libri

IL MEDITERRANEO CANTA LA PACE

Interviste Zoom

Simone Sibilio, UNA BUSSOLA PER BANDIERA

Libri Poesia

Riccardo Cavallo, L’EUROPA TRA NOMOS E POLEMOS

Libri

Joyce Lussu. CHE COSA FAI PER CAMBIARE IL MONDO?

Cultura Memoria

Giovanni D’Alessandro, LO SPERDUTO

Letterature

LOTTA AL BRIGANTAGGIO, PREVENZIONE E REPRESSIONE TRA NORME E PRASSI (SECOLI XVIII-XIX), A CURA DI Francesca Fausta Gallo e Emilia Musumeci

Libri

PARADIGMI DELLA COMPLESSITÀ

Libri

Matilde

Libri

Roberto Michilli. LA TRAMA DEI GIORNI

Libri Poesia

Luca Mastrocola. IL CAMMINO D’ABRUZZO

Libri

OLTRE IL PUNTO CIECO

Il punto cieco, per la medicina, è una piccola zona cieca presente in entrambi gli occhi, dove il nervo ottico esce dalla retina. Si tratta di una parte del campo visivo che non viene percepita perché non ci sono cellule fotorecettrici che rilevano la luce. La sua funzione non è ancora del tutto chiara, ma molti studiosi ritengono che questa macchia cieca sia di fondamentale importanza per sollecitare il cervello a esaminare con maggiore attenzione le immagini osservate. Potremmo dire che il non visto può aiutare a vedere meglio quello che, pur essendo evidente, non viene percepito. Questa situazione sembra descrivere efficacemente il tempo che viviamo: siamo finiti dentro un punto cieco in cui non vediamo più o, forse, non vogliamo vedere, quello che lo sguardo rivela. Assistiamo disorientati, impotenti e dolenti- molti, ma non tutti evidentemente- ad avvenimenti e decisioni unilaterali che scompongono un intero sistema di relazioni e norme, mettendo in crisi, forse irreversibile, Organismi internazionali deputati a far rispettare regole e inverare e tutelare valori e diritti sanciti da Carte e Dichiarazioni. Le sentenze della Corte Penale Internazionale vengono derise e ridotte al rango di fastidiose opinioni; personaggi indagati per una lunga serie di crimini vengono trattati con ogni riguardo; capi di governo su cui pende un mandato di arresto emesso dalla CPI per crimini contro l’umanità e crimini di guerra vengono ricevuti in pompa magna da governi che hanno ratificato il trattato istitutivo della Corte. Ancora, il Presidente degli Stati Uniti dichiara che prenderà, con la forza se serve, la Groenlandia e annetterà il Canada come cinquantunesimo, bontà sua, Stato degli U.S.A senza che questo produca molto di più di un’alzata di spalle o il trattamento che si riserva ad una espressione bizzarra e, in fondo, innocua. L’emergere brutale, senza mediazioni, di una nuova logica imperiale che trasforma il mondo in una piatta mappa per il Risiko dei potenti, in cui persone, popoli, culture, diritti sono ridotti a sbiadite tessere di un mosaico frantumato, scava linee di faglia e solchi che corrono lungo tutte le coordinate geografiche e geopolitiche del pianeta.

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