Mi piace segnalare quest’opera di Stelio Carnevali, autore a me molto caro per la sua parola onesta, direbbe Saba, coltivata con rigore appassionato. Questa edizione di cinque racconti si apre non al mercato ma agli amici, a un passar di mano. Questo gesto di scrittura dedicata all’amicizia e a chi sente con il cuore la tradizione, nei gesti quotidiani di chi viveva in paese, è apprezzabile perché non sorge da nostalgia né si avviluppa in sentimentalismo di retorica. I racconti ruotano nella Bassa, tra le risonanze liquide del Po. I ricordi si intrecciano dando colore ai protagonisti con quella lievità e ironia propria di Stelio Carnevali. Di Carnevali evidenzio sempre la serietà dell’atto dello scrivere, che sia dentro una carta inedita che per pubblicazione. E quest’ opera in prosa, che risale a due anni prima di quella poetica da me curata nella collanina Arca, edita da Al3vie e Pièdimosca, dal titolo Splende il fuoco bianco della parola, neè un’ulteriore conferma.  

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