È un gioiello pressoché introvabile e, dopo tanti anni, ancora attuale per capacità di coinvolgimento e proposta riflessiva. Non ho mai letto una scrittura così partecipata, penetrante, in cui si abbassa il registro scrittorio al punto da rendere una dimensione diretta, frontale, sul campo.  Mi viene da pensare all’uso della macchina da presa di Ozu, all’altezza del tatami. Mai ho letto una testimonianza così artisticamente ispirata e precisa, al tempo stesso, documentativa del modello clinico di La Borde.

Quest’ospedale psichiatrico, situato a Cour – Cheveny, in Francia, fu fondato e diretto da Jean Oury (Parigi 5 Marzo 1924 – Cour Cheverny, 15 maggio 2014) psicanalista e psichiatra francese che vi lavorò fino alla morte. Faceva parte della scuola freudiana di Parigi, fondata da Jacques Lacan sin dall’inizio e fino alla sua dissoluzione. Insieme a François Tosquelles e Lucien Bonnafé, fu il creatore di un istituto di psicoterapia le cui pratiche terapeutiche hanno influenzato Frantz Fanon e Félix Guattari.

Marie Depussé (1935/2017) trascorse diversi soggiorni a La Borde, partecipando alla vita quotidiana e tenendovi alcuni seminari letterari. Altri ne terrà in ambienti carcerari. Oltre a insegnare all’università. Lei stessa psicanalista.  

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