
Mercoledì 9 aprile 2025, alle ore 17, ho partecipato a un fuoco centrale sull’opera e la persona di Aldo Capitini, presso la Biblioteca di Corciano “Gianni Rodari”, nei pressi di Perugia. Essere chiamata per portare la rivoluzione permanente come costruzione quotidiana di pace è un significato politico, poetico, da incarnare, ovunque, comunque.
È un dovere civile iniettato di gioia offrire riflessione su Aldo Capitini, come su altri maestri e maestre che hanno versato, vocato, tessuto il fiato del proprio corpo in una responsabilità germinante, consapevoli di assumere un peso estenuante e un immane costo, anche mortale.
Capitini è nel mio sangue, oltre che nel mio inchiostro.
Mercoledì sera, dentro un caloroso colloquio corale, è sgorgata la testimonianza di una sua allieva, a cui ho chiesto la pubblicazione della sua testimonianza. La voce è anonima ma la voce ha corpo, ha umanità, ha intelligenza che si espone, che rende giustizia di una poiesis rivoluzionaria in/segnante.
Abbiamo bisogno in questa tragedia collettiva di indifferenza e scempio di riaprire in piazza, pubblicamente, i polmoni e nominare gli in/segnanti, le in/segnanti e i segni per una via altra.
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