L’incontro con Konstantinos Kavafis sradica immediatamente da una propria dimensione spaziale e temporale, catapultandoci secoli addietro in una geografia in cui turbinano sì dinamiche culturali, sociali, esistenziali, universali, ma un profondo, indelebile, vitale, colto senso di grecità. Scrivendo queste righe, il mio pensiero in una vertigine richiama il nome di un maestro come Paolo Terni, anche lui nativo di Alessandria d’Egitto, così come il poeta, anche lui tatuato dalla stessa cifra sensuale di raffinata e significativa eleganza. Alessandrini entrambi, non semplicemente perché nativi di Alessandria, ma nel significato letterario del termine. Non diretti alla folla, ma per chi è in grado di ricevere la preziosità offerta.

Riconosciuto tra le voci poetiche di eccellenza, Kavafis è oggi pubblicato in molte edizioni. Qui, si propone il grande, serissimo, lavoro di Aldo Setaioli, professore emerito di Lingua e Letteratura Latina dell’Università di Perugia, che attraversa la filigrana versificatoria dell’autore greco, dando luce storica e culturale al paesaggio di riferimento delle liriche. Chi legge, quindi, si riappropria di tutta la tensione, la direzione, la vocazione di Kavafis, la sua concentrazione mirata ad attraversare personalità, figure, colte dentro il drammatico slittamento in cui i regni ellenistici furono sgretolati dall’impatto con il potere di Roma. La polifonia brulicante dell’Olimpo, il vortice metamorfico orchestrale degli dèi si devitalizza con il suono monoteistico dei cristiani. In questa battigia culturale, storica, sociale, Kavafis raccoglie conchiglie per estrarne il nitore del canto. Viviamo dentro questa concavità risonante con lui, frontalmente coinvolti davanti a Sarpedone, ai cavalli di Achille, Demetrio, Filleleno, Dionisio, Antioco Epifane, Oroferne e molti altri.

Aldo Setaioli offre 69 poesie delle 154 totali, disponendole in ordine cronologico “sulla base non dell’epoca di composizione ma del momento storico cui fanno riferimento.  È possibile, in questo modo, comprendere immediatamente a quali aspetti e a quali periodi è maggiormente rivolto l’interesse del poeta e in quale maniera egli si rapporti con essi.” 

Nel canto di Kavafis pensieri, comportamenti, titubanze umane, maestà del mistero, sensi e senso delle relazioni, significate dal nodo o dissolte da un soffio, suonano a noi contemporanei, vivissimi. Si spalanca la bellezza pregnante del desiderio, del piacere, così come si gioisce con naturalezza della naturalezza di ogni congiunzione amorevole o semplicemente, unicamente sessuale, polverizzando gli assoluti retorici dell’eterossesualità.

Konstantinos Kavafis nasce da genitori greci nel 1863. Nei suoi settanta anni si sposterà brevemente soggiornando a Liverpool, Londra, Costantinopoli, dimorando e morendo nella sua amata Alessandria d’Egitto. Impiegato statale, giornalista, agente di borsa, interprete. Soprattutto grande poeta. 

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