Francesco Roat – saggista, narratore e critico letterario trentino –, già insegnante di lettere nella scuola secondaria e consulente editoriale, scrive da decenni di temi culturali su quotidiani, settimanali e riviste. Ha pubblicato i saggi: L’ape di luglio che scotta. Anna Maria Farabbi poeta (LietoColle), Le Elegie di Rilke tra angeli e finitudine (Alpha beta), La pienezza del vuoto. Tracce mistiche negli scritti di Robert Walser (Vox Populi), Desiderare invano. Il mito di Faust in Goethe e altrove (Moretti&Vitali), Il cantore folle. Hölderlin e le Poesie della torre (Moretti&Vitali), Religiosità in Nietzsche. Il vangelo di Zarathustra (Mimesis), Beatitudine. Angelus Silesius e Il pellegrino cherubico (Àncora), Miti, miraggi e realtà del ritorno (Moretti&Vitali), Nulla volere, sapere, avere (Le Lettere).
Ildegarda di Bingen (1098-1179) fu una delle figure più straordinarie del Medioevo, una monaca benedettina, mistica, teologa, musicista, scrittrice, e scienziata, nonché guaritrice. Nata in una famiglia nobile in Germania, Ildegarda fu affidata al monastero di Disibodenberg all’età di otto anni, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Divenne badessa e fu conosciuta per la sua profonda spiritualità e le sue visioni mistiche, che lei interpretava come messaggi divini. Una delle sue caratteristiche distintive fu la capacità di integrare la spiritualità e la scienza, tramite una visione del mondo che collegava fra loro la medicina, la natura e la teologia. La sua influenza si estese anche nel campo musicale, grazie alla composizione di canti liturgici, raccolti nell’opera: Carmina. Symphonia armoniae celestium revelationum.
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