Vivo nel paese in cui sono nata: un lembo di terra, di campagna, accostato all’argine del Po. Mi sono laureata in filosofia in anni lontani, ho vissuto in Brasile, ho insegnato e cercato di conciliare il lavoro con l’interesse per i popoli del mondo e le loro storie. Mi piace riflettere sulle scritture di pensatrici, nomi antichi sepolti nella storia o presenti nel mondo contemporaneo, che sanno esprimere sapienza; cerco di portarle alla luce, di percorrere le loro strade insieme ad altre donne; medito sulle loro scelte mentre rovisto con le mani nella terra. Amo le piante, le curo, le moltiplico e ne scovo i germogli, facendo festa alla pioggia di primavera, alle brume autunnali e ai rigori dell’inverno. Le difendo dall’arsura che schiaccia e dal biancore dell’estate che aspetto passi in fretta.
All’interno di un libretto di Jeanne Hersch, Tempo e musica, c’è un Saluto di Czeslaw Milosz che, in poche pagine, rimanda alla figura di questa grande pensatrice del Novecento e ne delinea il carattere. In particolare:
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